Domanda terribile… soprattutto per un docente.
Non che sia difficile trovare qualche risposta da rifilare
agli alunni che pongono questa domanda, o si lamentano che “tanto la grammatica
non serve a niente”; elenco alcuni dei nostri stereotipi: “è un esercizio
formativo” (vero, ma possiamo essere un po’ più precisi?); “ti serve per
scrivere meglio” (vero, ma solo parzialmente e indirettamente); “ti rende più
padrone della tua lingua” (possibile, ma vago); “ti forma alla logica”
(magari!, se fosse davvero logica la nostra proposta, che spesso è caotica – e
lo vedremo…).
Il punto che rende terribile la domanda “a che serve?” è
il seguente: onestamente, abbiamo capito e siamo convinti personalmente
che la nostra riflessione sulla lingua è vera e porta a verità? E a
quale tipo di verità? Di conseguenza, sappiamo spiegare in che modo è
formativo tale lavoro intellettuale che esercitiamo per anni e anni, in
pratica per tutto l’arco della vita scolastica dalla II primaria all’ultimo
anno di scuola secondaria?
L’ho detto e non lo ritiro: verità. Scandaloso? Forse, ma necessario.
Non si scappa: o le cose che insegniamo sono vere, o sono false. Nel secondo
caso, facciamo meglio a tacere e cambiare lavoro. E a questo punto ci rendiamo
conto che pure la coltivazione del nostro orticello grammaticale richiede una
prospettiva, una visione del mondo valida. Che forse non emerge nei nostri
libri.
A mio avviso, il primo lavoro che il docente deve svolgere
è quello di chiedersi: ma le categorie della grammatica esistono davvero?
Non in blocco, ma prendendole in esame ad una ad una, nel concreto.
Un’esperienza didattica folgorante, vissuta da vicino, mi
sembra paradigmatica e ispiratrice, ve la propongo anche se pare una
divagazione: qualche anno fa, due colleghi (di Scienze e di Tecnologia)
avviarono in una seconda media un laboratorio di Birdwatching, con
l’obiettivo che gli alunni imparassero a riconoscere la fauna avicola presente
nel giardino della scuola, arrivando a costruire nidi adatti a favorire lo
stanziamento delle diverse specie di uccelli presenti. Si sarebbe potuto
cominciare dallo studio della sistematica zoologica… ma ecco il colpo di genio:
i colleghi portano la classe in giardino (zona orto botanico, gradita agli alunni
sia per il precedente lavoro di allestimento dell’orto, sia perché zona di
intervallo) e li “impegnano”… in due ore di silenzio assoluto, “per vedere se
nel nostro orto vengono volatili: quanti, quali, o forse nessuno? Ne va di
mezzo tutto il progetto”. E il miracolo avviene: non solo gli uccellini ci
sono, ma gli alunni “impazziscono” (almeno in percentuale significativa) per
cercare di capire le diverse specie… e cominciano a studiare libri su libri, a
cercare su Internet schemi zoologici, pian piano a coltivare la fotografia, per
poter “fissare” e quindi studiare le diverse specie. Risultato finale: un
progetto ben sviluppato e concluso, ma soprattutto a fine anno una classe quasi
tutta attentissima a osservare la presenza degli animali in città… con esiti
sorprendenti anche durante le uscite didattiche per i più svariati motivi,
tutte caratterizzate dalla presenza del Birdwatching come “costante”: quel che
si dice “hanno sviluppato una competenza (o varie competenze)”. Vedere per
credere: http://www.giacomodefranchis.com/
Che c’entra questa esperienza con lo studio della
grammatica inteso come riflessione sulla lingua? Forse molto, forse tutto. Perché
non facciamo qualcosa di simile? Perché non rigiriamo la frittata di 180°,
partendo dall’osservare davvero la realtà (la lingua, che tutti noi parliamo
bene o male…) invece di mettere il carro davanti ai buoi? Perché – invece di
aprire il libro alla pagina… e leggere la spiegazione di come noi parliamo,
non proviamo a osservare come noi parliamo, cercando di catalogare tutto
questo mondo, complesso e variegato più della fauna avicola del nostro
giardino, e forse almeno altrettanto appassionante? Un lavoraccio? Beh, quale
vero studio non lo è? Ma che professionisti siamo se non lo affrontiamo con
questa freschezza, con questo entusiasmo e con questa libertà?
Per oggi mi limito alle domande. Prossimamente entreremo nella ricerca vera e propria.
Per oggi mi limito alle domande. Prossimamente entreremo nella ricerca vera e propria.
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